Te più non veggo. A che il regal terreno
Che la Senna superba irriga e parte? 18A che corsi a veder la Sonna e il Reno,
E varie genti di natura e d’arte?
Tant’opre a che mirai, s’or non poss’io 21Rammentarle con teco a parte a parte?
Se alla cara tua voce il canto mio
Accoppiar non mi lice a che il favore 24Giovar mi puote del Castalio Dio?
Ahi! più non odo i carmi onde il tuo amore
Palesar mi solevi, ed onde ognora 27Tanta dolcezza mi scendeva al core.
Carmi soavi a me dovreste ancora
Esser cagion di gioja, e pur soltanto 30Il rimembrar di voi lassa mi accora!
Forse mentr’io mi struggo in duolo e in pianto
Forse rivolti a celebrar voi siete 33Donna che del mio mal si ride intanto.
Carmi spergiuri, voi che le secrete
Nostre fiamme cantaste altra che Nice 36Alle selve insegnar dunque potrete?
E tu crudele... Ah no di un’infelice
Abbi pietà, se troppo rio sospetto 39Or tali accenti da’ miei labbri elice;
Perdona, e in essi ancor leggi il mio affetto.