Pagina:Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi tra le pastorelle arcadi Lesbia Cidonia, 1820.djvu/216

204


PER

LA PSICHE DI CANOVA


SONETTO


Non più Tespia superba a noi rammenti
     Da Prasitele sculto il Dio di Gnido
     Sebben tante diverse estranie genti1
     4Già trasse a lei d’opra sì eletta il grido.

Canova, il tuo lavor che tutti attenti
     I guardi or chiama in sull’Adriaco lido,
     De’ più chiari scultor gli alti portenti
     8Vince, a cui fu la Grecia inclito nido.

Pende sull’ale immote Amor sospeso
     Davanti alla tua Psiche, e rinnovella
     11In se gli ardor di cui fu un tempo acceso,

Sapesti sì rappresentar di quella
     Vaga Diva immortale, ond’ei fu preso,
     14Vera l’immago, e forse ancor più bella.

  1. Quantunque per uno Amore soltanto di Prasitele andassero già i dilettanti a Tespia ecc.

    Algarotti Saggio sopra la Pittura.