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PER LA SIGNORA

FRA GLI ARCADI TEMIRA


SONETTO


Quando lasciato di Liguria il lido
     Su lieve legno al mare io m’affidai,
     Vedrò vedrò Temira, alto sclamai,
     4Del cui valor tanto risona il grido;

E quando a un tratto l’elemento infido
     A me d’intorno infuriar mirai
     Temira ancor nel rischio io rammentai,
     8Qual’astro a desir miei propizio e fido.

Eccomi giunta alle beate sponde
     Che l’Arno bagna, ed ecco io veggio alfine
     11Costei sì cara all’Apollinee Suore.

S’una accrescer non posso a tante fronde
     Di eterni allori ond’hai coperto il crine,
     14Donna deh lascia almen ch’io t’offra il core!