Tentò due volte il duro caso invano
Del Figlio effigïar; due l’affannata
18Cadde vinta al lavor paterna mano.
E pur cara, diletta, Ombra onorata
Tu il mio tacer condanni; ognor gridarmi
21Ti sento, quasi me chiamando ingrata;
Suonami in cuor tua voce; udirti parmi
Dir: perchè intorno al cener mio non fai
24Piangere, o Lesbia, i tuoi teneri carmi?
Se furon già dolce mia cura, il sai:
Lena io lor porsi, e non avvezzi ancora
27A più sublimi voli io gli addestrai:
E teco, oh rimembranza! io pur talora
Venni cantando, e ne ascoltàr giulive
30Le selve che l’amato Adige irrora.
Oh selve, oh fiume, oh glorïose rive!
S’ora voi siete squallide e dolenti,
33Ben è ragion. Decilio ahi! più non vive.
Voi lo vedeste un dì puri innocenti
Piacer gustando di sua età nel fiore
36Le labbra sciorre a pastorali accenti;