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     O superba Verona, oggi i tuoi Vati
     Sì rara Coppia a celebrare accenda.
     70E tu che in dolci modi e lusinghieri
     Tutte scorrendo del mio cor le vie,
     Spirto gentil, me pur al canto inviti,
     Tu ministro d’Apollo or di negl’Inni
     A’ duo candidi sposi offri tesoro.
     75Ma non voler ch’io teco accordi ardita
     Una languida voce, ahi! troppo usata
     Spesso a lagnarsi col destin che lunge
     Tanto mi tien da le Pïerie cime.
     Sai che fuggono i versi ognor ritrosi
     80Di là, dove non ride in lieto aspetto
     Salute amica, e dove erran soltanto
     Irrequieti e torbidi pensieri.
     Tempo verrà, che a le mie lunghe preci
     Non sempre sorda l’Epidauria Dea
     85Su’ giorni miei volga uno sguardo alfine
     Di dolcezza spargendoli, e di pace.
     Non così allegro, poichè infranse il laccio
     Crudel che il tenne avvinto, augello spiega
     Liberi i vanni, e con diritto volo
     90Tragge veloce a riveder le selve,
     Ricordevoli forse ancor del canto
     Ch’ei nell’ombre lor chete un dì sciogliea:
     Com’io festosa allor godrò da questi