Il dorso preme, e che dal volto spira
E prudenza e valor; di mano industre
Raro portento, su cui tien Natura 20Attonito lo sguardo, e fremer sembra
Che l’arte emula sua tant’alto arrivi.
È questi, io grido allora, è questi il grande
Già sì caro agli Dei Monarca invitto
Maggior di quanti mai del Russo Impero 25lmpugnaron lo scettro, e vinto solo
Dalla Donna immortal, che saggia e forte
I suoi popoli or bea, nuovi accrescendo
Luminosi trïonfi al Solio avìto.
Sì, eccelsa Donna, mentre in mille guise 30Ad eternarne il nome i miglior desti
Fecondi ingegni, Tu co’ pregi tuoi
De la sua gloria ogni con fin trasvoli.
Ma deh! perdona se da lungi anch’io
Co’ fervidi miei voti a Te rivolta 35L’alte tue imprese a contemplar ne vegno,
Ed il tuo nome in troppo umili accenti
Fo risonar per l’Itale foreste.
Come potrei tacer, se tutto è pieno
Già l’Universo de’ fulgenti rai 40Di tue virtudi, e Te devoto ammira?
Sparge così dal Cielo immensa luce
Per ogni parte il Sole, e dalle estreme