De l’Italico Plinio offusca U nome, 45A voi La Lande a penetrare avvezzo
Con occhio indagator le vie del Cielo
A mortali vietate, a voi Le Mierre
Caro alle Grazie, e delle Muse alunno,
A voi tanti altri, a cui Febo le chiome 50Cinse di eterni allor, fer plauso e festa.
Non fia però, che ad aura lusinghiera
Di troppo dolce gloria io le mie penne
Non ben sicure affidi, e per voi creda
Di tanti illustri Eroi levarmi a paro, 55O ch’io speri con lor, malgrado a morte
Alle remote età mandare il nome.
Allor che morte avrà chiusi quest’occhi,
E che nel sen di un taciturno avello
Starà il mio freddo cenere, con esso 60Giaccia oscuro il mio nome, e su di voi
Stendasi pure, o versi, eterno obblìo.
Se voi cari sarete infin ch’io viva
A fidi amici miei, se a lor saprete
Molcer l’orecchio, e intenerirne il core, 65Assai paga sarò. V’oda cortese,
E qual soleva un giorno a voi sorrida
Il mio caro Pompei, che là sul margo
Dell’Adige tremprar gode la cetra
Dolce sì, che dell’onde uscendo fuori