Veder mi parve ancor ne’ sogni miei 20Il legno che portavati veloce
Del Siciliano mar per mezzo a l’onde;
E quante volte di veder pensando
Fremerti intorno il tempestoso flutto
Piansi, tremai, e mille prieghi, e voti 25Pel caro Polidete al ciel mandai!
Ma fuggano i timori, ogni periglio
Tu già vincesti, e già s’appressa il giorno
Che fra gli evviva de’ tuoi fidi amici
De l’Adige a bear ne andrai le rive. 30Tale il Maffei solea sparger di gioja
Un dì le stesse rive allor che viste
Varie cittadi e varie estranie genti
Pieno d’alto saper i nuovi allori
Iva a deporre a la sua patria in seno. 35Amori, Idalj amor, l’aurata cetra
Di Polidete ad accordare usati,
Per lui vegliate al cocchio suo d’intorno
Lievi l’ale agitando, ogn’atra cura
Ne cacciate lontana, e ognor pingete 40Immagini leggiadre a lui davante.
E se pur qualche nube il bel sereno
De’ pensier suoi deve turbar, se alcuna
Stilla di pianto dee bagnargli i lumi,
Deh! sia soltanto allor che voi godrete 45A lui di Lesbia rammentar le pene.