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sole baciava la sua bella testa bianca di martire; insomma, me la volete vendere?

— Ah! non è dunque una copia? — sorse a dire con un lampo di trionfo il buon vecchio.

— Forse... no — risposi, assumendo il fare brusco dei negozianti che spregiano per avere a buon patto — forse no, e... ad ogni modo... è un buon quadro; quanto vorreste?

— Sentite... non so fare io; vi dico la verità; io l’ho comprato per diecimila lire... Ma...

— Uhm!... è un po’ caro! pure... Via! accetto. —

Mi porse il quadro e volse il volto di lato; sorrideva, piangeva?... Volli saperlo, e presa la tela, feci un passo come per deporla sopra la panca, lì presso a lui: lo guardai... Aveva il volto come contratto da uno spasimo strano; negli occhi non aveva lagrime, ma qualcosa d’insolito che non avevo mai veduto in nessun altro occhio d’uomo; le labbra erano mosse da un tremito veloce.

— Sediamo! — dissi — ho qualche cosa da dirvi. — Avevo indovinata l’angoscia di quel vecchio nel separarsi da quella Madonna, ch’era diventata la sua vita, il suo amore, la sua fede; quella soave sembianza di donna ch’egli aveva comprata anche perchè risuscitava per lui, forse, un sogno di giovinezza, una speranza, una febbre, trasformata dal tempo, dal volere, dalle preghiere in un’ascetica tenerezza di parroco..., di buon vecchio parroco.

— Sediamo — dissi. Volevo trovar modo di dargli il danaro e lasciargli il quadro: chi sa? un’ispirazione mi sarebbe venuta..., avrei trovato... Ma intanto come fare, come fare?

— Senta — ripresi; e, vedendo che non rispon-