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48 | INVITO D’UN SOLITARIO AD UN CITTADINO |
Secol di Pirra! Insanguinata e rea
Insanisce la terra, e torna Astrea1
48All’adirato empiro.
Quindi l’empia ragion del piú robusto,
Quindi falso l’onor, falsi gli amici,
Compre le leggi, i traditor felici,
52E sventurato il giusto.
Quindi vedi calar tremendi e fieri
De’ Druidi i nipoti2, e violenti
Scuotere i regni e sgomentar le genti
56Con l’armi e co’ pensieri.
Enceladi novelli3, anco del cielo
Assalgono le torri; a Giove il trono
Tentano rovesciar4, rapirgli il tuono
60E il non trattabil telo5.
Ma non dorme lassi la sua vendetta,
Già monta su l’irate ali del vento;
Guizzar già veggo, mormorar già sento
64Il lampo e la saetta.
- 47-48. Lasciò la terra un’altra volta Astrea E riserrò l’Empiro.
- 63. Già nella destra mormorar gli sento.
dalla Francia, dei nuovi delitti commessi dai rivoluzionari nel periodo del terrore; e si legga in confronto ad essi il seguente sonetto del Monti,... composto nel 1793: «Fingi, o scultor, di sangue umano lordo Sovra carro di fuoco il genio franco: E congiurati in vergognoso accordo Terrore e Crudeltà gli stiano a fianco. Ai preghi, ai pianti, alla pietà sia sordo Il ferreo cor di stragi unqua non stanco: Roti la spada il braccio destro; e ingordo Alloro slauci e alle ruine il manco. Sotto il piè vincitor l’iniquo prema Giustizia e Umanità; veli sua fronte Religïone per orrore, e gema. Ritto abbia il crine ed infocati gli occhi, E porti in petto queste note impronte: Son lo sdegno di Dio: nessun mi tocchi». Cas. — di Giapeto: cfr. la nota al v. 17. Orazio Od. I, iii, 27: audax Iapeti genus. — ahi diro ecc.: Il tremendo (diro) secol di Pirra (Orazio Od. I, ii, 6: grave saeculum Pyrrae) è quello in cui gli dei, stanchi delle colpe degli uomini, allagarono col diluvio la terra, restando soli in vita Pirra e Deucalione, che, gettandosi pietre dietro le spalle, ricrearono il genere umano. Cfr. Ovidio Metam. I, 350.