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ALLA MARCHESA MALASPINA DELLA BASTIA 41

     Linguaggio non avea posto quel dio
     15Su mortal labbro, benché assai di Grecia1
     Erudito2 l’avessero i maestri
     E quel di Siracusa3 e l’infelice
     Esul di Ponto4. Or qual v’ha cosa in pregio
     Che ai misteri d’Amor piú si convegna
     20D’amoroso volume? E qual può dono
     Al Genio Malaspino esser piú grato
     Che il canto d’Elicona? Al suo favore
     Piú che all’ombre cirrèe5 crebber mai sempre
     Famose e verdi l’apollinee frondi,
     25«Onor d’imperatori e di poeti»6.
     Del gran padre Alighier ti risovvenga,
     Quando, ramingo dalla patria e caldo
     D’ira7 e di bile ghibellina8 il petto,
     Per l’itale vagò guaste contrade9
     30Fuggendo il vincitor guelfo crudele,
     Simile ad uom che va di porta in porta
     Accattando la vita10. Il fato avverso
     Stette contra il gran vate, e contra il fato
     Morello Malaspina11. Egli all’illustre
     35Esul fu scudo: liberal l’accolse
     L’amistà sulle soglie; e il venerando
     Ghibellino parea Giove nascoso
     Nella casa di Pelope12. Venute


18. Or qual v’ha cosa dunque
23. crebbero sempre
33. contro il gran vate e contro il fato

    Muse.

  1. 15. di Grecia.... i maestri: i poeti d’amore greci.
  2. 16. Erudito: imparato.
  3. 17. quel di Siracusa: Teocrito, che fiorí nel 270 circa av. Cr. e fu il piú grande dei bucolici greci. Quintiliano lo dice admirabilis (X, i, 55).
  4. l’infelice ecc.: P. Ovidio Nasone, nato a Sulmona nel 43 av. C. e morto nel 17 dell’e. v. a Tomi (oggi Kostendje) sul mar Nero (il Pontus Euxinus degli antichi: cfr. Ovidio Trist. IV, iv, 55), ove l’avea, non si sa bene per qual cagione, relegato Augusto. Qui è ricordato come poeta d’amore.
  5. 23. all’ombre cirrèe: all’ombra dei laureti di Cirra, città presso il Parnaso, sacra ad Apollo.
  6. 25. Onor ecc. È un verso del Petrarca P. I, son. 205. Cfr. Mascher. V, 30.
  7. 27. caldo d’ira.... il petto: Accusat. di relaz. Cfr. la nota al v. 26, p. 3.
  8. 28. di bile ghibellina: Cfr. Foscolo Sep., 173. «Dante nacque Guelfo, Guelfo crebbe, Guelfo combatté. Guelfo amò, Guelfo governò la sua patria: Inf. x, 40. Per i piú si volle che dopo l’esilio mutasse parte e co’ Ghibellini tenesse, anzi per antonomasia fu chiamato il poeta ghibellino... La somiglianza de’ casi e l’esilio raccozzò i Bianchi co’ Ghibellini, non per essere d’uno stesso sentimento, ma perché avevano comune la mira di tornare in patria... Ben presto sentí il bisogno di dividersi da loro, procacciarsi ventura da sé; e di fatti si elesse un partito tutto suo, tendente ad un fine piú alto e universale». Ferraz. p. 97 e seg.
  9. 29. itale... guaste contrade: Dante, Par. ix, 25: «In quella parte della terra prava Italica...».
  10. 31. Simile ecc.: Dante, Par. xvii, 58: «Tu proverai sí come sa di sale Lo pane altrui, e com’è duro calle Lo scendere e ’l salir per l’altrui scale».
  11. 34. Morello Malaspina accolse nel 1306, con grande ospitalità, l’esule poeta in uno de’ suoi castelli di Lunigiana. Cfr. Purg. viii, 133.
  12. 38. Pelope: figlio di Tantalo re di Lidia, che sposò Ippodamia e regnò sul Pelopon-