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     E già domato ed utile
     Al domator servire. 64
Per lui del pondo immemore,1
     Mirabil cosa! in alto
     Va la materia, e insolito
     Porta alle nubi assalto.68
Il gran prodigio immobili2
     I riguardanti lassa,
     E di terrore un palpito
     In ogni cor trapassa.72
Tace la terra, e suonano
     Del ciel le vie deserte:
     Stan mille volti pallidi
     E mille bocche aperte.376
Sorge il diletto e l'estasi
     In mezzo allo spavento,
     E i piè mal fermi agognano
     Ir dietro al guardo attento. 80
Pace e silenzio, o turbini:
     Deh! non vi prenda sdegno
     Se umane salme4 varcano
     Delle tempeste il regno.84
Rattien la neve, o Borea,5
     Che giú dal crin ti cola;
     L'etra sereno e libero
     Cedi a Robert che vola.88
Non egli vien d'Orizia
     A insidïar le voglie:
     Costa rimorsi e lagrime
     Tentar d'un Dio la moglie.92
Mise Tesèo6 nei talami

    corpi ecc.: «Il gaz idrogeno, detto allora aria infiammabile (aere igneo), di cui si serví il Robert per gonfiare il pallone, si otteneva mescolando il ferro coll’acido vitriolico. L’errore scientifico sta nel credere che il gaz si sprigionasse dal ferro e non dall’acido vitriolico: il M. tuttavia non fece altro che accettare un errore comune ai suoi tempi. Nel cit. libr. del Faujas de Saint-Fond si legge nel fatto che il pallone era riempito «di aria infiammabile tratta fuori dal ferro per mezzo dell’acido vitriolico». Ferr.

  1. 65. Del pondo immemore: «Locuzione inesatta, poiché è appunto per cagione dipendente dal peso dei corpi che si può ottenere l’innalzamento dei palloni». Cas. Ma il Ferr.: «Il M. dipinge il fenomeno secondo che apparisce ai sensi dei riguardanti, ai quali sembra che il pallone sfugga, innalzandosi, dal centro di gravità».
  2. 69. Le strofe che vengono sono le più belle, chiare, spontanee dell’ode; peccato che le due, che vanno dal v. 89 al 96. siano piene di brutta mitologia, che qui non ha proprio a far nulla e però non desta nessun sentimento, nemmeno riflesso.
  3. 76. E mille bocche aperte, per la gran maraviglia del non mai più veduto spettacolo.
  4. 83. salme: cfr. la nota al v. 199, p. 16.
  5. 85. Borea: re dei venti aquilonari, rappresentato come un vecchio colla barba e i capelli pieni di ghiacciuoli, che rapi Orizia, figlia di Eretteo, re d’Atene, e la fece sua sposa. Cfr. Ovidio Amor. I, vi, 53 e Metam. VII, 695; Musog. v. 85 e Ratto di Orizia (ed. Card. p. 13).
  6. 93. Teseo: figlio di Egeo re d’Atene e