Pagina:Poesie (Monti).djvu/45

Morte, che se’ tu mai? Primo dei danni
     L’alma vile e la rea ti crede e teme;
     E vendetta del ciel scendi ai tiranni,
     Che il vigile tuo braccio incalza e preme.
5Ma l'infelice, a cui de’ lunghi affanni
     Grave è l’incarco, e morta in cuor la speme,
     Quel ferro implora troncator degli anni,
     E ride all’appressar dell’ore estreme.
Fra la polve di Marte e le vicende
     10Ti sfida il forte che ne’ rischi indura;
     E il saggio senza impallidir ti attende.
Morte, che se’ tu dunque ? Un’ombra oscura,
     Un bene, un male, che diversa prende
     Dagli affetti dell’uom forma e natura.


AL SIGNOR DI MONTGOLFIER


Contenuto: Come Orfeo cantò in antico la prima spedizione navale, cosí è ben degno che il p. nel presente canti la prima navigazione aerea, perocché il Montgolfier fu maggiore di Giasone (1-36). La scoperta del pallone volante fu una vittoria della scienza, che ricerca e spiega le cause onde ha vita il creato (37-56). Il gaz idrogeno, che, chiuso nelle viscere della terra, fa vacillare il mondo, eccolo, reso innocuo, spingere in aria il pallone, che tutti ammirano maravigliati e che molti, dopo l’esempio del Robert, vogliono sperimentare (57-112). E che piú resta alla scienza, che tante scoperte fece ed oggi è giunta a superare perfino le nubi? (113-136). Uccidere la morte e rendere l’uomo, come Giove, immortale (137-140). I fratelli Giuseppe Michele (1740-1810) e Stefano (1745-1799) Montgolfier, fabbricatori di carta ad Annonay in Francia, su la fine del 1782 fecero un pallone di carta, che gonfiarono con aria calda perché si sollevasse, come di fatti si sollevò, in aria. Questa scoperta fu studiata e perfezionata ben presto dallo Charles, che nel 27 agosto 1783 gonfiò d’idrogeno un pallone di tela (fatto fabbricare dal Robert), che fu lanciato nell’aria dal cortile delle Tuilleries. La prima ascensione che lo Charles e il Robert fecero e che il nostro poeta specialmente celebra, avvenne nel 1 dicembre dello stesso anno. — Quest’ode, che, a giudizio dello Zumb. (p. 241), «è il primo fra i migliori esempi, ch’egli ci abbia mai dato, di far poesia con immagini tratte dal soggetto medesimo», fu composta ne’ primi del 1784, pubblicata in Roma dal Casaletti nel Giornale delle belle arti, n. 28 febbraio, e recitata in Arcadia il 4 marzo seguente. Fu ripubblicata, nello stesso anno, in Foligno (Tommasini), da sé sola, e in Mantova (Braglia), seguita da un bel sonetto del Parini (Ecco del mondo....) e da un altro del Bettinelli. Vuolsi che fosse stampata anche a Parigi. L'ode del M. venne poi «miseramente alterata» in una raccolta di poesie (Napoli, Salvatore Palermo, 1789) a lode di un Vin-