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14 LA BELLEZZA DELL’UNIVERSO

I delfin snelli colle curve schiene
     125Uscîr danzando; e mezzo il mar copriro
     Col vastissimo ventre orche e balene.
Fin gli scogli e le sirti allor sentiro
     Il vigor di quel guardo e la dolcezza,
     E di coralli e d’erbe si vestiro.
130Ma che? Non son, non sono, alma Bellezza,
     Il mar, le belve, le campagne, i fonti
     Il sol teatro della tua grandezza.
Anche sul dorso dei petrosi monti
     Talor t’assidi maestosa, e rendi
     135Belle dell’alpi le nevose fronti.
Talor sul giogo abbrustolato ascendi
     Del fumante Etna[1], e nell’orribil veste
     Delle sue fiamme ti ravvolgi e splendi.
Tu del nero aquilon[2] su le funeste
     140Ale per l’aria alteramente vieni,
     E passeggi sul dorso alle tempeste:
Ivi spesso d’orror gli occhi sereni
     Ti copri, e mille intorno al capo accenso
     Rugghiano i tuoni e strisciano i baleni.
145Ma sotto il vel di tenebror sì denso
     Non ti scorge del vulgo il debil lume[3],
     Che si confonde nell’error del senso.
Sol ti ravvisa di Sofia l’acume,
     Che nelle sedi di natura ascose
     150Ardita spinge del pensier le piume[4].
Nel danzar delle stelle armonïose
     Ella ti vede, e nell’occulto amore[5]
     Che informa e attragge le create cose.
Te ricerca con occhio indagatore
     155Di botaniche armato acute lenti[6]
     Nelle fibre or d’un’erba ed or d’un fiore.
Te dei corpi mirar negli elementi

142-3. Ivi di fosco orror copri i sereni Occhi fulgenti, e intorno al (’81).
147. Che s’avviluppa (’81).

    vastum maris aequor. Dante Inf. xxvi, 129: «marin suolo». Parini Od. V, 6: «l’intentato piano De lo immenso oceàno».

  1. 137. Etna: il monte della Sicilia, «che fa col fuoco Chiara la notte, e il dí di fumo oscura». Ariosto XLIII, 165.
  2. 139. aquilon: vento di Nord. Salmi XVII, 10: «Volò sull’ale de’ venti». Tutta la terzina ha intonazione biblica.
  3. 145. Ma sotto il vel ecc.: ma il volgo, offeso nel senso dai tuoni e dalle folgori (i tuoni sono, secondo Ovidio, della mente agitatori: cfr. Metam. I, 55), non intende quel che di bello hanno le tempeste.
  4. 150. Ardita Ecc.: «Frase tutta dantesca, per dire che la filosofia naturale spiega le cagioni dei fenomeni metereologici». Pierg.
  5. 152. nell’occulto amore ecc.: Accenna alla teoria della gravitazione universale. Cfr. la nota al v. 121, Al Sig. di Mont.
  6. 155. Di botaniche... lenti: di lenti