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12 | LA BELLEZZA DELL’UNIVERSO |
Tumide allor di nutritivi umori
Si fecondâr le glebe, e si fêr manto
60Di molli erbette e d’olezzanti fiori.
Allor, degli occhi lusinghiero incanto,
Crebber le chiome ai boschi; e gli arbuscelli
Grato stillâr dalle cortecce il pianto1.
Allor dal monte corsero i ruscelli
65Mormorando, e la florida riviera
Lambîr freschi e scherzosi i venticelli.
Tutta del suo bel manto primavera
Copría la terra: ma la vasta idea
Del gran fabbro2 compíta ancor non era.
70Di sua vaghezza inutile parea
Lagnarsi il suolo, e con piú bel desiro
Sguardo e amor di viventi alme attendea.
Tu allor raggiante d’un sorriso in giro
Dei quattro venti su le penne tese
75L’aura mandasti del divino spiro3.
La terra in sen l’accolse e la comprese4,
E un dolce movimento, un brividío
Serpeggiar per le viscere s’intese;
Onde un fremito diede, e concepío;
80E il suol, che tutto già s’ingrossa e figlia5,
La brulicante superficie aprío.
Dalle gravide glebe, oh maraviglia!,
Fuori allor si lanciò scherzante e presta
La vaga delle belve ampia famiglia.
85Ecco dal suolo liberar la testa,
Scuoter le giubbe, e tutto uscir d’un salto
Il biondo imperator della foresta6.
Ecco la tigre e il leopardo in alto
Spiccarsi fuora della rotta bica7,
- 59. s’ammantaro (’81).
- 61-63. Delle frondi la pompa allor spiegaro Vagamente le piante, e i pinti augelli Del lor canto le selve innamoraro (’81).
- 73. dipinta d’un sorriso (’81, ’83 e ’87).
- 76. del divin sospiro (’81, ’83 e ’87).
sorgente luna».