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244 LA FERONIADE

     La di vendetta sitibonda dea:
     Simile a nembo di gragnuole gravido,
     650Che bruno il ciel vïaggia e orrendo stendesi
     Su la bionda vallea1, quando le Pleiadi,
     Che d’Orïon la spada incalza e stimola,
     Negli atlantici flutti si sommergono,
     E tutto ferve per burrasca il pelago.
     655Tal terribile in vista ella s’avanza;
     E, giunta al mezzo dello speco, in atto
     Di maestà, di cruccio e di preghiera,
     Fa dal labbro volar queste parole:
     Fiumi, a cui delle volsche acque l’impero
     660Diè degli uomini il padre e degli dei,
     E voi le correggete e a vostro senno
     Le mandate a nudrir l’onda tirrena;
     Una vil mia nemica, una spregiata
     Di boschi abitatrice, il cor mi tolse
     665Del mio consorte; e non è tutto. A lei,
     A costei l’immortal vita è concessa,
     Privilegio avvilito, e dea l’adora
     La bagnata da voi terra pontina.
     Vendicate l’offesa; e, s’io dall’etra
     670Vi dispenso le piogge, ite, abbattete,
     Distruggete, spegnete. Altari e templi
     E città rovesciate: io le vi dono,
     E saran vostro regno: orma non resti
     Dell’abborrito culto, e raddolcisca
     675La mia giust’ira di Feronia il pianto.
     Disse; e per tutti a lei tosto l’Ufente
     Diserto2 e chiaro parlator rispose:
     A te l’esaminar conviensi, o diva,
     Il tuo desire, e l’adempirlo a noi3.
     680Delle piove e de’ nembi genitrice
     Tu ne riempi l’urne, tu ne fai
     Giove propizio, e ne concedi a mensa


659. delle volsce acque

677. Succinto e chiaro


    perbo Amasen (Virgilio En. XI, 547: Amasenus abundans) scorre presso Piperno.

  1. 651. Su la bionda vallea ecc.: sui campi pieni di biade mature, quando le ninfe Pleiadi (costellazione di pioggia) sono inseguite da Orione (costellazione anch’essa di procello: cfr. Virgilio En. I, 535 ecc.), che fu già famoso cacciatore beoto. — vallea: cfr. Dante Inf. xxvi, 29 e Purg. viii, 98; Ariosto xxxvii, 26, Manzoni La Risur., 26 ecc. Da ciò si può vedere che questo francesismo è di buon uso nella lingua poetica.
  2. 677. diserto: disadorno.
  3. 678. A te ecc.: In egual modo risponde Eolo a Giunone nell’En. (I, 76): Tuus, o regina, quid optes Explorare labor; mihi iussa capessere fas