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10 LA BELLEZZA DELL’UNIVERSO

rese colla versione libera in francese di M. Blauvillain: Roma, per Antonio Fulgoni, 1781.» Cfr. Vicchi VI, p. 94. — Il metro è la terza rima, che Dante quasi certo inventò e che da nessuno, dopo Dante, fu meglio usata che dal Monti.

Della mente di Dio candida figlia,
     Prima d’Amor germana[1], e di Natura
     Amabile compagna e maraviglia;
Madre de’ dolci affetti[2], e dolce cura
     5Dell’uom che varca pellegrino errante
     Questa valle d’esilio e di sciagura[3];
Vuoi tu, diva Bellezza, un risonante
     Udir inno di lode, e nel mio petto
     Un raggio tramandar del tuo sembiante?
10Senza la luce tua l’egro intelletto
     Langue oscurato, e i miei pensier se ’n vanno
     Smarriti in faccia al nobile subbietto.
Ma qual principio al canto, o dea, daranno
     Le Muse? e dove mai degne parole
     15Dell’origine tua trovar potranno?
Stavasi ancora la terrestre mole
     Del càos[4] sepolta nell’abisso informe,
     E sepolti con lei la luna e il sole;
E tu, del sommo facitor su l’orme
     20Spazïando, con esso preparavi
     Di questo mondo l’ordine e le forme.
V’era l’eterna Sapïenza, e i gravi
     Suoi pensier ti venia manifestando
     Stretta in santi d’amor nodi soavi.
25Teco scorrea per l’infinito; e, quando
     Dalle cupe del nulla ombre ritrose[5]
     L’onnipossente creator comando

N. B. Queste varianti sono state ricavate, oltre che dall’ediz. principe del Fulgoni, indicata con un ’81, da ambedue le citate ediz. de’ Versi dell’83 e dell’87, indic. co’ numeri stessi. Cfr. il N. B. a p. 2.

1. Oh leggiadra del ciel (’81). Del pensiero di Dio (’83, ’87).
2. Oh Germana d’Amore (’81).
4. Madre di dolci affetti (’81, ’83 e ’87).
22-24. Teco l’eterna Sapïenza i gravi Suoi pensier dividea mille alternando Di celeste amistà pegni soavi (’81).
  1. 2. germana: sorella.
  2. 4. Madre ecc. Lucrezio De R. N. I, 20: Omnibus incutiens blandum per pectora amorem.
  3. 6. Questa valle... di sciagura: Ricorda l’in hac lacrymarum valle della nota preghiera Salve, regina.
  4. 17. caos: la confusione della materia prima che l’universo fosse. Cfr. Ovidio Metam. I, 5.
  5. 26. ritroso: Significa la opposizione che le ombre del nulla fecero a Dio perché non creasse; ma fu opposizione che per vincersi non importò piú d’un comando, Versi codesti, che tengono del sublime bibli-