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196 LE API PANACRIDI IN ALVISOPOLI

     Ei l’Atlante, tu l’Ercole1;
     72Ei primo, e tu secondo.
D’un guardo allor sorridere
     Degna al terren, che questo
     Ti manda iblèo munuscolo2,
     76Offeritor3 modesto.
Su quelle sponde industria
     Una città già crea
     Cara a Minerva4; e sentono
     80Già scossi i cuor la dea.
Natura ivi spontanea
     I suoi tesor comparte
     Ed operosa e dedala5
     84Piú che natura è l’arte.
Le prezïose e candide
     Lane d’ibera agnella6
     Pianta rival dell’indaco7
     88D’un vivo azzurro abbella.
La forosetta i morbidi
     Velli all’egizia noce8
     Tragge; e ne storna l’opera
     92Amor, che rio la cuoce;
Amor del caro giovine,
     Che del paterno campo
     I solchi lascia e intrepido
     96Vola dell’armi al lampo,
E seguirà la folgore
     Che adulto fra le squadre
     Tu vibrerai, se a vincere
     100Nulla9 ti lascia il padre.
Ma di Gradivo agl’impeti
     L’alme virtú sien freno10,
     Che all’adorata informano
     104Tua genitrice il seno.


96-7. Vola dell’armi al lampo. Ei seguirà la folgore


  1. 71. Ei ecc.: Ercole aiutò una volta Atlante (e fu una delle sue dodici fatiche) a portare il peso de’ cieli. Cfr. la nota al v. 359, p. 109.
  2. 75. iblèo munuscolo: piccolo dono di miele. Il miele di Ibla Megara in Sicilia fu celebre nell’antichità. Cfr. Ovidio Trist. V, xiii, 22 e Virgilio Ecl. I, 55 e VII, 37.
  3. 76. Offeritor: è apposizioue a terren.
  4. 77. Su quelle sponde ecc.: cfr. la nota d’introd.
  5. 83. dedala: ingegnosa. Cfr. la nota al v. 97, p. 34.
  6. 86. d’ibera agnella: gli animali pecorini di razza pura, detti, con parola spagnuola e forse, in origine, araba, merinos, che forniscono la lana piú fina e preziosa.
  7. 87. Pianta ecc.: il guado, che colorisce le lane in vivo azzurro. È soggetto della proposizione.
  8. 90. all’egizia noce: al cotone.
  9. 100. Nulla: qualchecosa.
  10. 101. Ma di Gradivo ecc.: ma agl’impeti di Marte, che tu erediterai dal padre,