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184 IL CONGRESSO CISALPINO IN LIONE

     Che nel gran cor di Bonaparte brilla,
     Fu dell’italo sole una scintilla1.
Oh concesso dal ciel, spirto divino,
     80Per dar pace alla terra2; a cui Fortuna
     L’arbitrio cesse dell’instabil rota3;
     E tal le Parche4 decretâr destino,
     Che, dovunque tu fossi, ivi la cuna
     84Del valor fosse e la Vittoria immota5:
     Deh la pietà ti scuota
     Del largo pianto che i begli occhi offende
     Di costei, che rinacque
     88Di tua virtude, e tacque
     Aspettando ragion. Fine all’orrende
     Sue trafitte, per Dio! Vedi che priva
     Del creator tuo sguardo appena è viva.
92Tu dunque la rintegra, e il suo correggi
     Incerto fato6; né patir che ria
     Forza tradisca l’alto tuo concetto7.
     Tu di salde l’affida auguste leggi
     96E di tal patto socïal, che sia
     Saggezza e libertà solo un affetto.
     E ben altro diletto
     Questo a te fia, chè d’armi e di guerrieri
     100Inondar vincitore
     Tedeschi campi. Onore
     Certo è sublime debellar gli alteri:
     Ma gloria, se ben guardi, è piú verace
     104Conquistar l’alme e compor genti in pace8.

    l’orecchio: Per non offendere i Francesi e Napoleone stesso, che si vantava francese.

  1. 78. Fu ecc.: Bonaparte fu d’origine italiana, ciò che mostra che l’Italia può e sa produrre eroi pari agli antichi.
  2. 79. Oh concesso ecc.: «Oltre a tanta ricchezza storica, osserva giustamente lo Zumb. (p. 277), la sua poesia politica ha in particolare qualche cosa che la ravvicina, sotto certi rispetti, a quella di Dante e del Petrarca. Intendo parlare di quel suo continuo rivolgersi ad un Potente, che... avrebbe ridato alla nobilissima nazione l’antica grandezza, e che, rompendo i sonni di Roma, ridestava nei cuori italiani quel tumulto di affetti, che vi si destò sempre ad ogni nuovo moto della gran madre. Or, nei tempi ultimi, chi piú di lui ci ha fatto rammentare di quei nostri sommi che, salvo naturalmente la differenza dei modi, si rivolgevano ai Cesari stranieri confortandoli a provvedere insieme alla propria gloria e alla salute d’Italia? Quanta differenza, anche sotto tali rispetti, tra la poesia storica del Monti e quella di altri nostri poeti dei secoli precedenti e del suo stesso secolo!... Anche scrivendo poesia storica, molti dei nostri, eziandio non volgari, si dimenticarono totalmente dell’Italia; laddove il M. non cessò mai di parlarne».
  3. 80. a cui ecc.: al quale fortuna concesse di far felice chi tu vuoi.
  4. 82. Parche: cfr. la nota al v. 48, p. 99.
  5. 84. immota': Bellissimo aggettivo, che indica come la vittoria dovesse, per volere de’ fati, accompagnar sempre e da per tutto Napoleone.
  6. 92. e il suo correggi ecc.: e provvedi al suo dubbio stato.
  7. 93. né patir ecc.: né soffrire che la rea forza del vizio corrompa in licenza la libertà, che dev’essere, per durar salda, accompagnata da saggezza (v. 97).
  8. 103. Ma gloria ecc. Concetto affine a quel del Tasso (IV, 41)