Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
CANTO QUINTO | 179 |
Avversario maggior della meschina;
E col terror del nome e coll’ignudo
245Petto e col senno disarmollo, e pose
Fine al lungo di Marte orrido ludo1.
Sovra il libero mar le rugiadose
Figlie di Dori2 uscîr, che de’ metalli
Fluttuanti il tonar tenea nascose:
250Drimo, Nemerte, e Glauce3 de’ cavalli
Di Nettuno custode, e Toe4 vermiglia
Di zoofiti5 amante e di coralli;
Galatea che nel sen della conchiglia
La prima perla invenne, e Doto e Proto,
255E tutta di Nerèo l’ampia famiglia;
Tra cui confuse de’ Tritoni a nuoto
Van le torme proterve. In mezzo a tutti
Dell’onde il re6 da’ gorghi imi commoto
Sporge il capo divino, e, al carro addutti
260Gli alipedi7 immortali, il mar trascorre
Su le rote volanti e adegua i flutti.
Cade al commercio, che ritorte abborre,
Il britannico ceppo; e per le tarde8
Vene la vita che languía ricorre.
265Al destarsi, al fiorir delle gagliarde
Proto; Scorta è l’una al nocchier quando periglia; L’altra a Freio condusse dal remoto Nilo de’ Franchi il salvator, delusa L’anglica rabbia e de’ malvagi il vóto. Nisea pur v’era, e Xanto ed Aretusa Dai pronti dardi, e tutta alfin di Dori La diva prole co’ Triton confusa. Venian danzando a torme e di canori Inni allettando i venti e il mar molcendo Cui dolce increspa l’amator di Clori. Cantavan l’ira dell’eroe tremendo, Del cui ferro poc’anzi la ruina Crollò l’Europa e la salvò vincendo; Ché solo per dar pace alla meschina La spada ei trasse, e, l’arroganza doma De’ superbi, la rese alla vagina. Dicean come d’allòr carca la chioma Stese all’Anglo la man come il cor nudo, Cui non vide l’egual la prisca Roma; E il terror solo del gran nome al crudo Nemico oppose, e disarmollo; e l’empio Finí di Marte il sanguinoso ludo. Tu la discordia ancor che rio fe’ scempio Della tua patria hai vinta, e la stringesti Nel chiuso di Bellona orrido tempio.
- 247. Sopra (O.).
- 259. Sporge il capo divin (O.).
- 262. Cadde al commercio (O.).
- ↑ 246. di Marte orrido ludo: la guerra.
- ↑ 248. Figlie di Dori: cfr. la nota al v. 14, p. 30. — de’ metalli ecc.: de’ cannoni delle navi.
- ↑ 250. Drimo, Nemerte e Glauce: Divinità marine, come Doto, Proto e i Tritoni.
- ↑ 251. Toe: ninfa marina.
- ↑ 252. zoofiti: corpi che partecipano della pianta e dell’animale, come le spugne e simili.
- ↑ 258. Dell’onde il re: Nettuno. — commoto: richiamato.
- ↑ 260. Alipedi: cfr. la nota al v. 15, p. 31. — adegua: appiana.
- ↑ 263. tarde: affievolite.
terra. Allude al trattato d’Amiens (27 marzo 1802) per il quale restava libero il commercio marittimo e la Francia, la Spagna e la Repubblica Batava ritornavano in possesso delle loro colonie, tranne Ceylan e l’isola della Trinità cedute all’Inghilterra. Ma la pace durò poco, ché questa non volle cedere, come s’era stabilito, all’Ordine di Malta l’isola sua.