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CANTO PRIMO 137

Dopo il tuo dipartir dal patrio suolo,
     Io misero Parini il fianco venni
     Grave d’anni traendo e piú di duolo1.
175E, poich’oltre veder piú non sostenni
     Della patria lo strazio e la ruina,
     Bramai morire, e di morire ottenni.
Vidi prima il dolor della meschina
     Di cotal nuova libertà vestita,
     180Che libertà nomossi e fu rapina2.
Serva la vidi, e, ohimè!, serva schernita,
     E tutta piaghe e sangue al ciel dolersi
     Che i suoi pur anco, i suoi l’avean tradita.
Altri stolti, altri vili, altri perversi,
     185Tiranni molti, cittadini pochi,
     E i pochi o muti o insidïati o spersi.
Inique leggi, e per crearle rochi
     Su la tribuna i gorgozzuli3, e in giro
     La discordia co’ mantici e co’ fuochi,
190E l’orgoglio con lei, l’odio, il deliro,
     ignoranza, l’error, mentre alla sbarra4
     Sta del popolo il pianto ed il sospiro.
Tal s’allaccia in senato la zimarra5,
     Che d’elleboro ha d’uopo e d’esorcismo6;
     195Tal vi tuona, che il callo ha della marra7;
Tal vi trama, che tutto è parossismo

    ecc.

  1. 173. il fianco ecc.: È noto che il Parini per una malattia a’ nervi avuta in gioventú, soffrí in vecchiaia gravi dolori alle gambe, che lo rendevano spesso impotente ad andare. A questa sua infermità allude in piú ponti delle Odi. Cfr. X. 65 XIV, 1; XVI, 77; XVII, 3 ecc. — 180. Che libertà ecc.: «Io amava la libertà (e chi non l’ama?), ma l’oggetto dell’amor mio era la libertà dipintami negli scritti di Cicerone e di Plutarco. Quella che trovai su gli altari in Milano mi parve uua prostituta, e ricusai d’adorarla». Card. Lett. al Bett., p. 517.
  2. 187. rochi... i gorgozzuli: in causa della gran fatica che si faceva da quegli oratori demagoghi per propugnarle.
  3. 191. sbarra: tramezza, che separa, nello pubbliche adunanze, la folla dai membri dell’assemblea.
  4. 193. s’allaccia... la zimarra: indossa la toga senatoriale.
  5. 194. Che d’elleboro ecc.: «il quale o è pazzo o indemoniato. Era comune proverbio tra i Greci, quando volevano significare che taluno era pazzo, che aveva d’uopo di elleboro: oppure, che bisognava mandarlo per l’elleboro ad Anticira». Mg. — d’esorcismo: di scongiuri contro il demonio.
  6. 195. che il callo ecc.: «Ricorda lo scherno di Cicerone contro Antonio: ex aratore orator factus; e quel di Dante Purg. vi, 125: «Un Marcel diventa Ogni villan che parteggiando viene». Pierg.
  7. 196. Tal ecc. Allude a Francesco Gianni (1750-1822). «Questo povero gobbo a Roma, dove lavorava da sartore, presto acquistò fama di valentissimo improvvisatore, e si volle farne l’emulo del Monti. Da qui acerbissimi corrucci, piú invelenitisi quando entrambi lasciarono Roma; e Firenze e Milano furono piene di loro baruffe.... Gli applausi volgari inebriarono il Gianni, fin a credersi principe dei poeti, accrescendo con ciò la gelosia del Monti. Questi lo marchiò nella Mascheroniana... Gianni oppose vari libretti e principalmente l’Ateone [veramente Proteone] allo specchio, dove per verità mordeva meno il poeta, che il marito di «una delle piú belle donne d’Italia «e non delle piú tiranne.... Il Gianni dopo il 1800 rimase a Parigi con una pensione di 6000 franchi, conservatagli dalla restaurazione». Cantú, p. 120. Chi volesse saperne di piú,