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PER LA LIBERAZIONE D’ITALIA 127

Del baleno al par veloce
     Scese il forte, e non s’udí:1
     Ché men ratto il vol la voce
     24Della Fama lo seguí.
D’ostil sangue i vasti campi2
     Di Marengo intiepidîr,3
     E de’ bronzi4 ai tuoni ai lampi
     28L’onde5 attonite fuggîr.
Di Marengo la pianura
     Al nemico tomba diè.
     Il giardino di natura,
     32No, pei barbari non è.6
Bella Italia, amate sponde,
     Pur vi torno a riveder!
     Trema in petto e si confonde
     36L’alma oppressa dal piacer.
Volgi l’onda al mar spedita,
     O de’ fiumi algoso re;7
     Dinne all’Adria che finita
     40La gran lite ancor non è;8
Di’ che l’asta il franco Marte9
     Ancor fissa al suol non ha,
     Di’ che dove è Bonaparte
     44Sta vittoria e libertà.10
Libertà, principio11 e fonte

    Botta, vol. IV, p. 10.

  1. 21. Del baleno ecc.: Accenna alla quasi improvvisa e certo inaspettata discesa di Napoleone in Italia, passando per il gran S. Bernardo e vincendo «con arte e costanza» gli ostacoli posti all’impresa dalla natura e dai nemici, i quali, difendendo valorosamente il forte di Bard, impedivano l’uscita della Val d’Aosta. La fanteria e la cavalleria passarono per il monte Albaredo: quanto all’artiglieria, il console, «a fine d’impedir il romore dei carretti, distendeva letame per la contrada principale di Bard, avviluppava con istrame i cerchi delle ruote, e tirando alla dilunga, velocemente, e di nottetempo operava, che le artiglierie riuscissero felicemente oltre alla terra. S’accorgeva il castellano dell’arte usata dagli avversari, e folgorava con grandissimo furore per il buio della notte: ma la oscurità da una parte, la celerità dall’altra furono cagione, che i repubblicani patirono poco danno in questa straordinaria passata». Botta vol. IV, p. 14.
  2. 25. i vasti campi: le pianure tra Alessandria e Tortona, in mezzo alle quali è Marengo.
  3. 26. intiepidîr: si bagnarono di tiepido sangue.
  4. 27. de’ bronzi: dei cannoni.
  5. 28. l’onde: le acque della Bormida e dell’Orba, che scorrono in quelle pianure.
  6. 31. Il giardino ecc.: Ripete i vv. 11-12 e poi quelli della prima strofa, che sono il concetto fondamentale dell’ode, perché, dopo accennata la vittoria sopra i nemici, sta bene ed è conveniente allo slancio lirico il confermare quel che la vittoria fruttò, voglio dire la liberazione d’Italia dagli stranieri.
  7. 38. de’ fiumi ecc.: il Po, massimo de’ fiumi italiani (cfr. Virgilio Georg. I, 482: Fluviorum rex Eridanus), che nasce dal Monviso nelle Alpi Cozie, bagna Torino, Casale, Piacenza ecc. e sbocca nell’Adriatico per parecchi rami, che prendon nomi diversi.
  8. 39. Dinne ecc.: Il p., nel suo amore per l’Italia, vuole che il Po affretti il suo corso per dire alla Venezia, schiava dell’Austria (cfr. la nota d’introduzione a p. 121) che speri, poiché la guerra non è ancor terminata (l’asta il franco Marte Ancor fissa al suol non ha), d’essere anch’essa, quando che sia, liberata.
  9. 41. franco Marte: Napoleone.
  10. 44. Sta vittoria ecc.: cfr. i vv. 83 e seg. del Con. Cis. in Lione.
  11. 45. prin-