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84 | IN MORTE DI UGO BASSVILLE |
Tale il senno1 supremo era di Dio.
Canterò l’ira dell’Europa e il lutto,
Canterò le battaglie ed in vermiglio
Tinto de’ fiumi e di due mari2 il flutto.
10E d’altro pianto andar bagnata il ciglio
La bell’alma vedrem, di che la diva3
Mi va cantando l’affannoso esiglio.
Il bestemmiar di quei superbi udiva
La dolorosa; ed accennando al duce
15La fiera di Renallo ombra cattiva,
Come, disse, fra’ morti si conduce4
Colui? Di polpe non si veste e d’ossa?
Non bee per gli occhi tuttavia la luce5?
E l’altro: La sua salma ancor la scossa
20Di morte non sentí; ma la governa
Dentro Marsiglia d’un demón la possa6;
E l’alma geme fra i perduti eterna-
Mente7 perduta: né a tal fato è sola,
Ma molte che distingue8 ira superna.
25E in Erebo di queste assai ne vola
Dall’infame congrèga9, in che s’affida
Cotanto Francia, ahi stolta!, e si consola.
Quindi un demone spesso ivi s’annida
In uman corpo, e scaldane le vene,
30E siede e scrive nel senato e grida;
Mentre lo spirto alle cocenti pene
D’Averno si martira. Or leva il viso,
E vedi all’uopo chi dal ciel ne viene.
Levò lo sguardo: ed ecco all’improvviso,
35Là dove il cancro il piè d’Alcide abbranca
E discende la via del paradiso10,
Ecco aprirsi del ciel le porte a manca
Su i cardini di bronzo; e una virtude11
25. assai ne cola
- ↑ senno: volere.
- ↑ di due mari: del Mediterraneo e dell’Atlantico.
- ↑ la diva: la Musa.
- ↑ si conduce: si muove, procede. Dante Purg. v, 6: «E come vivo par che si conduca».
- ↑ Non bee ecc.: non è ancor vivo?
- ↑ La sua salma ecc.: Quest’invenzione del porre in inferno le anime degli scellerati che sono ancor vivi, e di farne intanto governare il corpo da un demonio, è tutta dantesca. Cfr. Inf. xxxiii, 129 e segg.
- ↑ 22. eterna... mente: Per questa divisione dell’avverbio nelle sue parti, cfr. Dante Par. xxiv, 16; Ariosto XXVIII, 41 ; Manzoni La Pass., 87 ecc.
- ↑ Distingue dalle altre, e quindi punisce particolarmente.
- ↑ Dall’infame congrega: dall’Assemblea nazionale.
- ↑ Là dove ecc.: In quella parte del firmamento ch’è tra la costellazione del cancro e quella d’Alcide, cioè poco distante dall’Orsa maggiore.
- ↑ e una virtude intrinseca ecc.: e una forza ch’è loro propria ecc. Anche Omero nell’Iliade (V, 749 e VIII, 393) attribuisce alle porte del cielo il potere di
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