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GRANDINATA.
I.
L’aria s’affredda, il sole si nasconde,
Radon la terra i passeri sgomenti,
Fuggon nel polverío, preda dei venti,
Le inaridite foglie vagabonde;
Fra le voci del ciel cupe e profonde
Sonano risa e passi di fuggenti,
E strilli acuti, e colpi vïolenti
D’imposte, e un lamentío lungo di fronde.
Poi tace la città trista e soletta
E dietro ogni finestra ansiosamente
S’affaccia un volto attonito che aspetta.
Casca e salta ad un tratto al piede mio
Un granellino bianco e rilucente....
Eccola, viene che la manda Iddio.