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V.
E che razza fantastica ed amena!
Una t’entra nel corpo e ci s’appiatta;
Una scivola via; l’altra, distratta,
Gioca coll’orologio e la catena;
Una, gentile, t’accarezza appena;
Una t’accoppa netto; un’altra, matta
Entra nel petto, gira, s’arrabatta,
E scappa allegramente per la schiena.
Una ti buca un occhio, una il palato,
Questa ti manda al diavolo il berretto,
Quell’altra ti condanna al celibato;
E ci son poi le palle dei cannoni
Che se fan tanto di toccarti il petto....
Ah! quelle non intendono ragioni.