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A MIA MADRE.
Amo il nome gentile; amo l’onesta
Aura del volto che il mio cor rinfranca;
Amo la mano delicata e bianca
Che le lacrime mie terge ed arresta;
Amo le braccia a cui fido la testa
Da tristi fantasie turbata e stanca;
Amo la fronte pura, aperta e franca,
Dove tutto il pensier si manifesta;
Ma più de lo sembianze oneste e care
Amo la voce che mi parla il vero
E mi conforta l’anima ad amare:
La voce che ogni dì sulla prim’ora
Mi grida in suono d’amoroso impero:
È l’alba, figlio mio! Sorgi e lavora!