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A UN AMICO.
Rammenti il dì che in mezzo a le mortelle
D’un giardino olezzante ai primi albori
Saltellando e sbuffando come tori
Ci tiravamo a fendere la pelle?
Intorno ci facean da sentinelle
Con bella cortesia quattro signori,
E ci spiava, tra i cespugli e i fiori,
Un gruppo d’atterrite villanelle.
E la campagna e l’alba era giuliva,
E il lume che ci ardea ne le pupille
Le simpatie dei nostri cor tradiva;
E intanto sotto ai colpi aspri e gagliardi
Dall’irte lame uscìan lampi e scintille....
Quanto eravamo stupidi e codardi!