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DAVANTI AL PALAZZO.
Mentre là nella sala sfolgorante
D’alabastri, di marmi e di cristalli
Arde la gioia dei rosati balli
Dentro al palazzo d’un ladron mercante,
E degna corte del signor furfante,
Discorrendo di putte e di cavalli
Ridono i truffatori in guanti gialli
Alla mensa fiorita e scintillante;
Tu povero fanciullo abbandonato
Dai patimenti e dagli affanni strutto
Vai cercando le cicche pel selciato;
Oh raccoglile pur senza timori!
Son quanto di men porco e di men brutto
Tu possa raccattar da quei signori.