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ALL’AUTORE DELLE LACRYMAE.
Fibra per fibra mi ferì il tuo canto
Di poeta e di padre alto e possente,
E sopra Dante tuo miseramente,
Miseramente, come un bimbo, ho pianto.
E con te vaneggiai, con te l’ardente
Veglia sostenni al tristo letto accanto,
E i singulti strozzai sul petto affranto
Dell’adorato tuo figlio morente.
Ma te non tento consolar: davanti
A la quercia dal fulmine percossa
Passano taciturni i viandanti;
Segui, segui a cantar, padre implacato,
I tuoi dolci e tremendi inni a la fossa,
E più grande sarai che sventurato.