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Ah non v’è più chi ’l tuo segreto ignori,
O vedovetta dai grand’occhi belli!
15Si sa che lo flagelli
Perchè è d’inciampo ai tuoi fugaci amori.

Tu la detesti quella faccia smorta
E il guardo di quell’occhio indagatore,
Che par che scruti in core
20Ogni amante che bussa a la tua porta!

E poi che nacque gracile e patito
Tu l’opra vuoi compir della natura,
E amar franca e sicura
Mandando il figlio dove andò il marito.

25E a forza di tormenti e di digiuni,
Morso, frustato, schiaffeggiato e pesto,
Pensi ch’ei morrà presto....
No, vedovella dagli occhietti bruni!

Vane son le percosse e vane l’ire,
30Vano il lungo dolor: tutta egli dura
L’orribile tortura,
Fermo e cocciuto a non voler morire.