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VI.
Ma in un giorno di vento e d’umor nero,
Tra uno schianto di tosse e uno starnuto,
Liticheremo, e tu sarai cocciuto
E impertinente, ed io rozzo ed altero;
E dopo un urto impetüoso e fiero
Ci pianteremo là senza saluto,
E ognun ripiglierà torbido e muto
A passo tentennante il suo sentiero.
Ma pervenuti appena ai nostri tetti.
Ci volteremo tutti e due, con viva
Tenerezza agitando i fazzoletti;
E fidando al guancial la fronte stanca
Ci sentiremo entrambi una furtiva
Stilla di pianto ne la barba bianca.