Su l’orso a terra steso rizzandosi
il troglodita brandí ne l’aere
la clava, da i muscoli al cuore
16fervere sentendo la battaglia.
I feri figli giocando al vespero
nel sol rossastro luccicar videro
Tra i massi cruenti la selce,
20e l’acuirono per la strage.
Poi de le cose di fuor le imagini
calde riflesse nel mental fosforo
per mezzo l’april vaporante
24ebri rapiangli, barcollando,
da i palafitti laghi, da i fumidi
antri scavati. Ah, verzicarono
le biade, pria magre su ’l colle,
28nel lavacro de le vene umane.
Dal superato colle i superstiti
guardâro: i fiumi vasti, l’oceano
moltisono, le caliganti
32alpi percossero di stupore
i petti aneli verso il dominio,
le menti accese del vago incognito.
Il pin fu gettato su l’onde,
36da i cerchi di pietre in vetta al monte