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odi barbare | 923 |
Lenta fiocca la neve pe ’l cielo cinerëo: gridi,
suoni di vita piú non salgon da la città,
non d’erbaiola il grido o corrente rumore di carro,
non d’amor la canzon ilare e di gioventú.4
Da la torre di piazza roche per l’aere le ore
gemon, come sospir d’un mondo lungi dal dí.
Picchiano uccelli raminghi a’ vetri appannati: gli amici
spiriti reduci son, guardano e chiamano a me.8
In breve, o cari, in breve — tu càlmati, indomito cuore —
giú al silenzio verrò, ne l’ombra riposerò.