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odi barbare | 917 |
PRESSO L’URNA
Lalage, io so qual sogno ti sorge dal cuore profondo,
so quai perduti beni l’occhio tuo vago segue.
L’ora presente è in vano, non fa che percuotere e fugge;
sol nel passato è il bello, sol ne la morte è il vero.4
Pone l’ardente Clio su ’l monte de’ secoli il piede
agile, e canta, ed apre l’ali superbe al cielo.
Sotto di lei volante si scuopre ed illumina l’ampio
cimitero del mondo, ridele in faccia il sole8
de l’età nova. O strofe, pensier de’ miei giovini anni,
volate omai secure verso gli antichi amori;