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914 | odi barbare |
O nata quando su la mia povera
casa passava come uccel profugo
la speranza, e io disdegnoso
battea le porte de l’avvenire;4
or che il piè saldo fermai su ’l termine
cui combattendo valsi raggiungere
e rauchi squittiscon da torno
i pappagalli lusingatori;8
tu mia colomba t’involi, trepida
il nuovo nido voli a contessere
oltre Apennino, nel nativo
aëre dolce de’ colli tóschi.12