Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
882 | odi barbare |
Ricordo. Fulvo il sole tra i rossi vapori e le nubi
calde al mare scendeva, come un grande clipeo di rame
che in barbariche pugne corusca ondeggiando, poi cade.
Castiglioncello in alto fra mucchi di querce ridea4
da le vetrate un folle vermiglio sogghigno di fata.
Ma io languido e triste (da poco avea scosso la febbre
maremmana, ed i nervi pesavanmi come di piombo)
guardava a la finestra. Le rondini rapide i voli8
sghembi tessevano e ritessevano intorno le gronde,
e le passere brune strepíano al vespro maligno.
Brevi d’entro la macchia svariavano il piano ed i colli,