Baldo, paterno monte, protegge la bella da l’alto
co ’l sopracciglio torbido:12
il Gu sembra un titano per lei caduto in battaglia,
supino e minaccevole.
Ma incontro le porge dal seno lunato a sinistra
Salò le braccia candide,16
lieta come fanciulla che in danza entrando abbandona
le chiome e il velo a l’aure,
e ride e gitta fiori con le man’ piene, e di fiori
le esulta il capo giovine.20
Garda là in fondo solleva la ròcca sua fósca
sovra lo specchio liquido,
cantando una saga d’antiche cittadi sepolte
e di regine barbare.24
Ma qui, Lalage, donde per tanta pia gioia d’azzurro
tu mandi il guardo e l’anima,
qui Valerio Catullo, legato giú a’ nitidi sassi
il fasèlo bitinico,28