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odi barbare 811

— Ecco, venimmo a salutarti, Egitto,
noi figli d’Elle, con le cetre e l’aste.
Tebe, dischiudi le tue cento porte
ad Alessandro.16

Noi radduciamo a Giove Ammone un figlio
ch’ei riconosca; questo caro alunno
de la Tessaglia, questa bella e fiera
stirpe d’Achille.20

Come odoroso laüreto ondeggia
a lui la chioma: la sua rosea guancia
par Tempe in fiore: ha ne’ grand’occhi il sole
ch’a Olimpia ride:24

ha de l’Egeo la radïante in viso
pace diffusa; se non quanto, bianche
nuvole, i sogni passanvi di gloria
e poesia.28

Ei de la Grecia a la vendetta balza
leon da l’aspra tessala falange,
sgomina carri ed elefanti, abbatte
satrapi e regi.32

Salve, Alessandro, in pace e in guerra iddio!
A te la cetra fra le eburnee dita,
a te d’argento il fulgid’ arco in pugno,
presente Apollo!36