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808 | odi barbare |
Roma, ne l’aer tuo lancio l’anima altera volante:
accogli, o Roma, e avvolgi l’anima mia di luce.
Non curïoso a te de le cose piccole io vengo:
chi le farfalle cerca sotto l’arco di Tito?4
Che importa a me se l’irto spettral vinattier di Stradella
mesce in Montecitorio celie allobroghe e ambagi?
e se il lungi operoso tessitor di Biella s’impiglia,
ragno attirante in vano, dentro le reti sue?8
Cingimi, o Roma, d’azzurro, di sole m’illumina, o Roma:
raggia divino il sole pe’ larghi azzurri tuoi.