E di zaffiro i fior paiono, ed hanno
de l’adamante rigido i riflessi,
e splendon freddi e chiamano a i silenzi
del verde fondo.88
A piè de i monti e de le querce a l’ombra
co’ fiumi, o Italia, è de’ tuoi carmi il fonte.
Visser le ninfe, vissero: e un divino
talamo è questo.92
Emergean lunghe ne’ fluenti veli
naiadi azzurre, e per la cheta sera
chiamavan alto le sorelle brune
da le montagne,96
e danze sotto l’imminente luna
guidavan, liete ricantando in coro
di Giano eterno e quanto amor lo vinse
di Camesena.100
Egli dal cielo, autoctona virago
ella: fu letto l’Apennin fumante:
velaro i nembi il grande amplesso, e nacque
l’itala gente.104
Tutto ora tace, o vedovo Clitumno,
tutto: de’ vaghi tuoi delúbri un solo
t’avanza, e dentro pretestato nume
tu non vi siedi.108