Non io lamento perfida
La mia fanciulla, escluso
Non io gli aspri fastidii
160De la superba accuso;
Né de le mense eteree
Vuo’ che ti prenda oblio,
Ed entri, almo Latoide,
164Quest’umil tetto mio.
Mi dolgo io ben che tardisi
A le mie gioie l’ora
Dal corso tuo che a Nereo
168Par non accenni ancora.
Dolgomi.... Ahi folle! inutili
Querele io spando: errore
Al cor m’induce il memore
172Libetrico furore.
Te da le valli tessale
Te da l’egea marina
Vedea de’ vati ellenici
176La fantasia divina,
Giovine iddio bellissimo
Pe’ i cieli ermi sorgente:
Ignei tu avevi alipedi,
180Carro di fiamma ardente;