Pagina:Poesie (Carducci).djvu/829


odi barbare 803


qui folti a torno l’emergente nume
stieno, giganti vigili, i cipressi;
e tu fra l’ombre, tu fatali canta
carmi, o Clitumno.40

O testimone di tre imperi, dinne
come il grave umbro ne’ duelli atroce
cesse a l’astato velite e la forte
Etruria crebbe:44

di’ come sovra le congiunte ville
dal superato Cimino a gran passi
calò Gradivo poi, piantando i segni
fieri di Roma.48

Ma tu placavi, indigete comune
italo nume, i vincitori a i vinti,
e, quando tonò il punico furore
da ’l Trasimeno,52

per gli antri tuoi salí grido, e la torta
lo ripercosse buccina da i monti:
― O tu che pasci i buoi presso Mevania
caliginosa,56

e tu che i proni colli ari a la sponda
del Nar sinistra, e tu che i boschi abbatti
sopra Spoleto verdi o ne la marzia
Todi fai nozze,60