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odi barbare 789

Allora gli Asvini gemelli, cavalieri del cielo,
rosea tremante accolgon te nel bel carro d’oro;32

e volgi verso dove, misurato il cammino di gloria,
stanco ti cerchi il nume ne i mister de la sera.

Deh propizia trasvola ― cosí t’invocavano i padri ―
nel rosseggiante carro sopra le nostre case.36

Arriva da le plaghe d’oriente con la fortuna,
con le fiorenti biade, con lo spumante latte;

ed in mezzo a’ vitelli danzando con floride chiome
molta prole t’adori, pastorella del cielo. ―40

Cosí cantavano gli Aria. Ma piàcqueti meglio l’Imetto
fresco di vénti rivi, che al ciel di timi odora:

piàcquerti su l’Imetto i lesti cacciatori mortali
prementi le rugiade co ’l coturnato piede.44

Inchinaronsi i cieli, un dolce chiarore vermiglio
ombrò la selva e il colle, quando scendesti, o dea.

Non tu scendesti, o dea: ma Cefalo attratto al tuo bacio
salía per l’aure lieve, bello come un bel dio.48