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NOTE





LXXXII) p. 725. Ça ira. Oggi è vezzo, non saprei se teorico, voler abbassare e impiccolire la rivoluzione francese: con tutto ciò il Settembre del 1792 resta pur sempre il momento piú epico della storia moderna. Impossibile mettere in versi quella storia, se non a brevi tratti: per ciò si elesse la forma del sonetto, che ne’ secoli xiii e xiv fu anche strofe.

LXXXVII) p. 730. Ostel di città è un francesismo ragionevole. Di ostello per casa abondano gli esempi nella prosa antica: ma troppo eran ancora miste le correnti delle lingue romanze nel duecento e nel trecento, e con gli esempi del buon secolo si potrebbe francamente scrivere il piú bell’italiano infranciosato che sia negl’ideali dei poltroni senza idee. Non mancano nella lingua poetica anche moderna: il Monti, Basv. 1,

Invan si straccia il crin disperso e bianco
In su la soglia del deserto ostello;


non bene, della casa d’un villano: meglio il Manzoni, nel Natale,

. . . . . . . . ad Efrata,
Vaticinato ostello,
Ascese un’alma vergine.