Da i boschi, o delia vergine,
Cedi per oggi: noi
Invia la diva placide
Nunzie de’ voler suoi:
Non macchi, ahimè!, ferina 138Strage la selva il dí ch’ella è reina.
Essa a le ninfe il mirteo
Bosco d’entrare impone:
Amore a quelle aggiugnesi,
Ma l’armi pria depone.
Francate, o ninfe, il core: 144Posto ha giú l’armi, è ferïato Amore.
La madre il volle, pavida
No il picciolin rubello
Altrui ferisca improvido.
Ma pur Cupido è bello.
Guardate, o ninfe, il core: 150È tutto in armi, anche se nudo, Amore.
Con lui fermò nel Lazio
De’ lari idei l’esiglio,
E una laurente vergine
La dea concesse al figlio
D’Anchise; e quindi a Marte, 156Sbigottita orfanella in chiome sparte,