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570 | rime nuove |
XXVII.
A UN ASINO
Oltre la siepe, o antico pazïente,
De l’odoroso biancospin fiorita,
Che guardi tra i sambuchi a l’orïente
4Con l’accesa pupilla inumidita?
Che ragli al cielo dolorosamente?
Non dunque è amor che te, o gagliardo, invita?
Qual memoria flagella o qual fuggente
8Speme risprona la tua stanca vita?
Pensi l’ardente Arabia e i padiglioni
Di Giob, ove crescesti emulo audace
11E di corso e d’ardir con gli stalloni?
O scampar vuoi ne l’Ellade pugnace
Chiamando Omero che ti paragoni
14Al telamonio resistente Aiace?