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532 intermezzo

Ió Peàn, ió Peàn! ma e’ rivive
               Di morte oltre i confini
Sott’altro cielo e in piú benigne rive:
               384Taccian tutti gli Elini. —

Sepolto or giace in cotest’ urna paria
               S’un travertin del Lazio:
Nel bianco un’orma di parïetaria
               388Segna l’antico strazio.

Intorno al fregio l’édera seguace
               Co ’l verde che non muore
Par che nel freddo de la nuova pace
               392Ombri l’antico ardore.

Tra ’l sasso e l’urna una lucertoletta
               Esce e s’affige al sole:
È la mia vecchia gioventú soletta
               396Che sogna e non si duole.

Ma dietro, in fondo, un bel teschio di morto
               Ride il suo riso eterno:
A quei che vengon per recar conforto
               400Ride l’ultimo scherno.