Nostro lavoro è di portare in petto
La questïon sociale.
O contemplazïon del lazzaretto!
184Datemi un serviziale....
Un serviziale rosso. Il contadino
Bea ne la maledetta
Risaia l’acqua marcia: io bevo il vino
188Per far la sua vendetta.
Canti sol chi la voce ha cavernosa,
E pèste a la salute!
Fiutate qua, canaglia vigorosa,
192Quest’ulcera che pute! —
Cosí urla, al mattin scialbo, su ’l canto
D’una sudicia via;
E tosse e rece fuor del petto affranto
196Vino, tabe, elegia;
E l’asino, che vien, de l’ortolano
Lo fiuta con dimesso
L’orecchio, e pensa — O idealismo umano,
200Affógati in un cesso. —