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518 intermezzo

Dorme anzi sera, e dorme a lungo e solo:
               Aulisce il biancospino
Intorno al cimitero, e ferma il volo
               104Cantando un cardellino.

Ma poi svegliati, o confidente cuore,
               Lavoravam di buono,
Ed al cucú pe ’l fluttuar de l’ore
               108Rassettavamo il suono.

Questa è, vecchio mio cuor, la vecchia storia,
               Far, disfare, rifare:
Per l’ozio, per la fame o per la gloria,
               112È tutto un lavorare.

È un lavorare faticoso e pazzo
               Da pentirsene un giorno.
Ecco, a metterti in versi io mi strapazzo,
               116E non m’importa un corno

De le tue smorfie, o a la grand’arte pura
               Vil muscolo nocivo;
Ma non so a quanti versi do la stura,
               120E vedrò dove arrivo.