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516 intermezzo

Un buon beccaio rosso ed aitante
               L’entragno d’un vitello
Infilò s’una picca; e gocciolante,
               60Con tanto di cartello

Ove “Cuor d’aristocrate„ in grandioso
               Caratter nero scrisse,
Se lo portava intorno glorïoso,
               64Con le pupille fisse.

Io, se potessi vincer la molestia
               Del grasso e de lo schifo,
Vorrei pigliare il cuor di quella bestia
               68Che ha lungo e nero il grifo

E si distende seria nel pantano
               Con estetica molta
Come fosse un poeta italïano
               72Entro una stanza sciolta:

Su’ l lauro che più lieto i rami spanda
               Al dolce italo sole
Affigger lo vorrei, tra una ghirlanda
               76Di rose e di vïole,

Con la penna d’acciaio d’un cantore
               Da la fronte ideale.
Venite, o buona gente: al cuore, al cuore,
               80Che al meno è di maiale!