Un buon beccaio rosso ed aitante
L’entragno d’un vitello
Infilò s’una picca; e gocciolante,
60Con tanto di cartello
Ove “Cuor d’aristocrate„ in grandioso
Caratter nero scrisse,
Se lo portava intorno glorïoso,
64Con le pupille fisse.
Io, se potessi vincer la molestia
Del grasso e de lo schifo,
Vorrei pigliare il cuor di quella bestia
68Che ha lungo e nero il grifo
E si distende seria nel pantano
Con estetica molta
Come fosse un poeta italïano
72Entro una stanza sciolta:
Su’ l lauro che più lieto i rami spanda
Al dolce italo sole
Affigger lo vorrei, tra una ghirlanda
76Di rose e di vïole,
Con la penna d’acciaio d’un cantore
Da la fronte ideale.
Venite, o buona gente: al cuore, al cuore,
80Che al meno è di maiale!